Incontriamo i Milan Monkeys, per scoprire i segreti del Parkour metropolitano
Quante volte ci è capitato di vedere ragazzi per strada (e ancora di più su youtube) correre e saltare da muro a muro, nei parchi e sulle scale della metropolitana, con un’agilità e naturalezza di movimento sorprendenti?
In una città come Milano accade molto spesso, e per questo abbiamo fatto alcune domande ai Milan Monkeys, le scimmie di Milano, che hanno portato questo affascinante sport nel cuore della città, dove hanno aperto in zona Niguarda la palestra Total Natural Training. In questa struttura è possibile non solo avvicinarsi al Parkour ma anche a molte altre discipline come Kung Fu, Thai Box, Capoeira, Pilates, Yoga…
Come racconta Francesco Mazzù, membro dei Milan Monkeys e istruttore professionista di Parkour, ognuno dei componenti del gruppo ha una storia particolare, molti si sono approcciati al Parkour tramite internet ma partendo da un background totalmente diverso: c'é chi proviene dal calcio, chi dallo snowboard, chi dalla ginnastica e chi non ha mai praticato sport. La cosa più bella è vedere la diversità con cui ognuno ha affrontato la pratica negli anni, con caratteristiche diverse in base al proprio passato, a riprova del fatto che il Parkour è proprio adatto a tutti.
D. Come si inizia il Parkour? C’è un età consigliata? E’ uno sport davvero adatto a tutti?
R. FRANCESCO: Il Parkour si basa su schemi motori che sono presenti dentro di noi da quando nasciamo. Se iniziato a praticare in giovane età il Parkour viene percepito come istintivo e naturale, quasi logico. Il discorso cambia man mano che ci si sposta verso l'età adulta, dove certi concetti di spostamento devono essere risvegliati, venendo inizialmente percepiti come meno spontanei.
Per iniziare basta avere voglia di mettersi in gioco e di esplorare il proprio corpo e l'ambiente che ci circonda, che in questa disciplina sono i 2 attori principali.
La propria capacità di adattamento, che è assolutamente soggettiva e individuale, migliora col progredire dell'allenamento e fa sì che il nostro corpo possa interagire in modi sempre nuovi con l'ambiente, a prescindere dalle caratteristiche del proprio corpo.
D. A proposito dei più piccoli, nella vostra scuola fate molti corsi per i bambini, che tipo di benefici motori e psicologici può portare questo sport alle nuove generazioni?
R. FRANCESCO: Oltre a uno sviluppo armonico delle capacità motorie, credo che quello che il Parkour dia molto ai bambini sia la capacità di risolvere problemi (capire come superare un ostacolo) e la capacità di valutare le proprie azioni ed eventuali conseguenze.
I nostri corsi per i bambini partono dai 5 anni, in cui l'obiettivo è in realtà stimolare le loro capacità motorie nella maniera più varia possibile attraverso giochi e percorsi in un ambiente sicuro, attraverso l'ausilio di tappeti e materassi. Dai 7 anni, sebbene permanga l'anima ludica all'interno del corso, gli iscritti iniziano ad approcciare una pratica sul "duro", in cui si comincia a ragionare sulla valutazione dei rischi e a renderli responsabili della salute del proprio corpo e della sicurezza dei propri movimenti.
Credo che i genitori si avvicinino alla disciplina prima di tutto perché i movimenti visti fare dai praticanti esperti sono molto accattivanti e spettacolari, ma una volta a contatto con l'insegnamento di questa pratica ne percepiscano il grande potenziale educativo.

D. Nonostante sia adatto a tutti si vedono ancora poche donne rispetto agli uomini approcciarsi
a questo sport, è vero?
R. FRANCESCO: Il numero di ragazze che si approcciano alla disciplina sta indubbiamente crescendo. Credo che il basso numero di praticanti donne sia dovuto principalmente ad una mancata concezione di "scalabilità" del Parkour: dato che in molti video si vedono praticanti maschi che fanno movimenti molto difficili la prima idea che si sviluppa dopo aver visto il video sia quella di non essere in grado di arrivare a farlo. Invece il punto di vista dovrebbe essere totalmente diverso: quello che conta è ciò che vivo durante il processo che svolgo nel provarci, a prescindere dal riuscirci o meno. E' lì che ci si diverte davvero.
D. Come è nata l’idea di creare un’associazione e poi una scuola? E quanto è stato importante youtube nella diffusione della vostra attività?
R. FRANCESCO: All'inizio aprire dei corsi è stata una necessità. Sempre più persone si approcciavano a questa disciplina, e non era più possibile seguire il metodo del "affiancaci e guarda cosa facciamo", in quanto il divario tecnico e fisico era troppo ampio e il numero degli interessati continuava a crescere. Ritagliare del tempo alla settimana per insegnare è stata quindi una tappa necessaria per poter provare a trasmettere il Parkour in maniera corretta. Via via che la richiesta saliva alcuni di noi hanno deciso di investire tempo, denaro e studio nell'insegnamento di questa disciplina. Da li siamo arrivati alla gestione di uno spazio specificatamente pensato e allestito per questa disciplina, un traguardo molto importante.

D. In rete si vedono tantissimi video spettacolari sul Parkor, è stato importante Youtube nella diffusione della vostra attività?
R. FRANCESCO: Nel tempo il ruolo di internet e di Youtube è mutato: è passato dall'essere il primo e unico canale da cui poter apprendere qualcosa dai primi praticanti ad un mezzo di comunicazione di informazioni non sempre cristalline. Oggi molte persone caricano video in cui fanno acrobazie e movimenti pazzeschi, spesso eseguiti in situazioni al limite, senza preoccuparsi troppo di informare le persone che quello che si vede nei video è frutto di duro e costante allenamento. Molto spesso pare che l'unica cosa a contare davvero siano i like e diventare virali.

Grazie mille a Francesco e ai Milan Monkeys.
Per maggiori informazioni vi consigliamo di visitare
https://www.facebook.com/MilanMonkeys/
http://www.totalnaturaltraining.com/
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